Sailing in Croatia 2018 – Diario di bordo parte 2

Leggi qui la parte 1 della crociera 2018

E’ la mattina del 12 Agosto, acquistiamo pane fresco, delle brioches appena sfornate e salpiamo da Piskera in direzione Nord. Come sempre non facciamo programmi ma abbiamo due alternative, la prima salire fino a Telascica e fermarci in rada mentre la seconda è fare più miglia e proseguire fino alla bellissima rada di Sakarun. Alla nostra dritta costeggiamo le imponenti scogliere tipiche di questa zona che si immergono in un mare di un blu intenso, che oggi è piatto come una tavola. Giunti a Telascica e controllate le previsioni meteo, decidiamo di proseguire e puntare su Sakarun.

Arriviamo in baia alle 16, non ci sono gavitelli liberi e quindi diamo fondo in 9 metri d’acqua. Filiamo abbondante calumo per dormire tranquilli. Terminata la manovra faccio il bagno per controllare l’ancoraggio e mi accorgo che pur essendo immobili, durante la discesa l’ancora si è chiusa e non ha fatto testa correttamente (ripensando all’accaduto mi ricordo che a Piskera nel rimetterla sul musone non l’avevo bloccata correttamente). Decidiamo di salpare e rifare la manovra. Nel frattempo si libera un gavitello e ci assicuriamo a quest’ultimo, alla sera ceneremo con due ottimi stinchi cotti sul magma.

Il 13 prosegue tra bagni e relax fino al momento in cui, consultando il meteo, osserviamo che per il giorno successivo è previsto un Sud Est sui venti/venticinque nodi, la rada da questo quadrante non è ridossata ma lo è dal temporale molto forte previsto sempre il giorno dopo ma nel tardo pomeriggio.

Nemmeno il tempo di ragionare su come procedere che si avvicina il ranger e ci consiglia di spostarci, lo sta facendo con tutte le barche in rada. Detto fatto, il miglior ridosso da Sud Est nelle immediate vicinanze è la baia di Pantera, nella parte più vicina al marina, ed è proprio qui che alle 16 troviamo un gavitello libero. La sera ceneremo con un ottimo risotto con i funghi.

Il 14 Agosto arriva l’atteso Sud Est, l’anemometro segna fisso 26 nodi, ma la baia è ridossata e non essendoci onda a bordo c’è un buon comfort. Nel primo pomeriggio il vento si abbassa ed una coppia di delfini entra in baia dando spettacolo. Terminata l’euforia generata dall’incontro con i cetacei, ora dobbiamo aspettare la botta di oltre 45 nodi prevista da Windfinder per Veli Rat (successivamente abbassata a 30). Attendiamo ed attendiamo ma il temporale fortunatamente ci sfiora. L’armatore di Rosina successivamente ci informerà che a Parenzo questa botta di vento ha causato dei problemi.

Tutto finito quindi? Beh assolutamente no, ora dobbiamo pensare a come gestire l’arrivo della Bora, windfinder e meteohr danno 30 nodi rafficati a 40 per i 2 giorni successivi. La rada nel punto dove ci troviamo è esposta, vorremmo spostarci ma salendo abbiamo paura di trovarci la coda del temporale. Alle 21.00 ci chiama al telefono Isaac, lui è armatore di una bellissima Jouet 920 in Toscana, ora è in crociera con amici in giro per l’Elba. Ci racconta, della sua giornata trascorsa ad evitare groppi di vento e temporali, purtroppo la stessa situazione che stanno vivendo gli amici di Cormorana, anche loro in crociera nelle stesse zone.

Il 15 Agosto la sveglia suona alle 7, la tensione è alta, sappiamo che dove siamo ora non siamo ridossati se arrivano i 35 nodi previsti. In questo momento l’anemometro segna 18 nodi e sotto raffica circa 24. Due Oceanis di 50 piedi con bandiera Italiana lasciano il gavitello e se ne vanno. In un momento di pura follia salpiamo anche noi, decidiamo di rischiare e spostarci in una rada riparata da Bora. Issiamo subito le vele e prendiamo una mano alla randa ed apriamo parzialmente il fiocco, la barca si piega e viaggia sui cinque nodi e mezzo, decidiamo di puntare verso l’isola di Skarda che stando al 777 è un buon ridosso. Al traverso dell’isola di Molat il vento aumenta di intensità e si attesta sui 22 nodi costanti con raffiche a 27, navighiamo di bolina mure a dritta. Con il tender a bordo Mon Etap sembra volare, complice l’assenza di onda viaggiamo fissi sui 6.5/7, uno spettacolo.

Arriviamo in rada nell’isola di Skarda alle 11.30, c’è qualcosa che non torna, contiamo solo 3 barche, probabilmente il vento da Sud dei giorni scorsi ha fatto svuotare la baia. A parte qualche raffica il posto scelto è ridossato ed infatti, nell’arco di qualche ora la baia si popola. La giornata non è delle più calde, dopo il bagno ed uno spuntino iniziamo ad abbozzare la scrittura della prima parte dell’articolo che state leggendo. Alle 17 circa è ora dell’aperitivo e ci concediamo due spritz che gustiamo chiaccherando, sfoderando un inglese improvvisato, con i vicini austriaci armatori di un bel Dehler 36.

Alla sera, scaldando il BBQ per cuocere tomini e arrosticini ci gustiamo il silenzio della rada.

Il 16 Agosto il vento è calato sensibilmente, i nostri simpatici vicini armatori del Dehler, hanno lasciato la baia da parecchio, decidiamo di salpare anche noi, il vento è rafficato ed alterna momenti di stanca totale a raffiche di 15 nodi. Dirigiamo verso l’isola di Ilovik dove arriviamo alle 12.40, prendiamo un gavitello nella parte sud del canale e facciamo subito un bel bagno.

Alle 19.00 si affianca il gommone che propone frutta e verdura, è lo stesso che tre anni fa ci aveva venduto del buon strudel in rada a Krivica, sull’isola di Lussino. Decidiamo di prenderne due pezzi  acquistando anche una fettina di formaggio che aveva ancora chiuso in frigo. Eccezionali entrambi!!! Questa sera esperimento, proviamo un preparato per fare la pizza. Trasformiamo l’interno della barca in una pizzeria e stendiamo l’impasto. Ed il nostro forno? Beh il Magma… Nel frattempo che curo la cottura della pizza, ci godiamo con un buon prosecco ghiacciato lo spettacolo del tramonto.

E pur avendo solo un 24 piedi, riusciamo anche a impastare e a fare la pizza!!! Non sarà certamente la migliore degli ultimi anni, ma la soddisfazione è davvero molta. Risultato finale?  SIIIIIIII può fareeeeee!!!!!!!

Il 17 Agosto partiamo alle 7.30, prua verso Lussino per fare rifornimento di benzina, tutto procede senza intoppi, viaggiamo a motore per l’assenza totale di vento, alle 11 siamo già pronti per l’attraversare il Golfo del Quarnaro. Questa volta abbiamo una meta, Veruda. E’ dalle Incoronate che non tocchiamo terra e pur non essendo particolarmente provati vogliamo farci una passeggiata tra le barche ed una doccia bella calda. Ormeggiamo in marina alle 16.30, laviamo la barca dal sale accumulato, andiamo a pagare e ci fiondiamo in piscina. Anche quest’anno incontriamo l’equipaggio di Bijou, un Pierrot 925, anche loro in sosta a Veruda dopo l’attraversata del Quarnaro.

Alla sera ci concediamo una cena a base di pesce al ristorante del marina, ceniamo con due risotti al nero di seppia, una frittura e grigliata mista accompagnate da birra ghiacciata e acqua. Torniamo in barca alle 10.30 e ci addormentiamo come due sassi.

Sono le 5 del mattino del 18 Agosto, la voglia di alzarsi non è molta, la luce che filtra dal passauomo ci fa capire che fuori è ancora buio, decidiamo comunque di alzarci e di preparare la barca. La coperta di Mon Etap è bagnata dall’umidità della notte, accendiamo le luci di via e silenziosamente usciamo dal marina di Veruda.

Durante la navigazione verso la dogana di Novigrad, nulla da segnalare se non una coppia di delfini che accompagna la nostra navigazione per mezzo miglio. A mezzogiorno circa siamo a Novigrad pronti per abbandonare la zona franca della dogana, il vento sui 15 nodi che ci spinge verso la banchina rende difficoltosa la manovra di uscita ed è qui che il momento del coyote colpisce. Ci allontaniamo dalla banchina con una manovra perfetta ma molto concitata, così nel tirare a bordo la cima di poppa non la recupero completamente e a pochi metri dal molo la cima va nell’elica del fuoribordo rendendolo inutilizzabile. Attimi di panico, stiamo scarrocciando verso il molo e il traffico è davvero intenso, dopo qualche secondo di incredulità, issiamo randa e iniziamo a fare bordi tra le barche alla fonda con gli armatori che ci guardano come fossimo degli alieni. Mon Etap risponde egregiamente, Elena è al timone sicura e conduce, tra un bordo e l’altro, Mon Etap fuori dal pericolo, nel frattempo alzo il motore, calo la scaletta ed in pochi minuti libero la cima dall’elica.

Il rientro avviene fino a metà golfo con un vento sui 10 nodi che poi cessa completamente.

A qualche miglio da Lignano il vento torna a spirare sui 15 nodi e qui ci divertiamo a fare bordi fino all’ingresso del canale.

Rientriamo in porto e controlliamo la traccia del gps, anche oggi, con la nostra Etap 24i, abbiamo percorso 68 miglia delle 430 navigate in questi 16 giorni di crociera. Ora un lavaggio approfondito della barca, una passeggiata accompagnata da una super pizza in centro alla bella Lignano Sabbiadoro.

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Elena & Filippo

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