Un riscaldatore a gasolio su un 24 piedi? Perchè no?
Alcuni di voi sorrideranno leggendo che qualcuno ha pensato di installare un riscaldatore a gasolio su una piccola barca a vela, ma vi possiamo garantire che sfruttando la barca tutto l’anno, questo accessorio abbinato allo Spray Hood ha rivoluzionato le nostre permanenze a bordo.
Quali sistemi di riscaldamento abbiamo considerato?
Il mercato offre diversi tipi di riscaldatori, tra i più comuni troviamo i sistemi a cherosene, a gas ed infine quelli a gasolio. Un sistema Wallas a cherosene sarebbe stato l’ideale per le dimensioni della nostra barca, se non fosse che controllando le specifiche tecniche di installazione (distanza tra corpo macchina, scarico fumi e tubo di portata aria calda), in fase di installazione non saremmo riusciti a rispettare le distanze minime richieste dal costruttore. Scartata l’opzione Wallas a cherosene abbiamo studiato pregi e difetti del sistema a gasolio.
PREGI
- facilità di reperire il combustibile
- buona autonomia
- bassa infiammabilità
- assenza di fiamme libere
- assenza di taniche ingombranti con liquidi o gas infiammabili
- velocità di riscaldamento
- caldo secco utile alla rimozione di umidità
DIFETTI
- prezzo più elevato rispetto ad altri sistemi
- installazione che richiede una buona manualità
- su barche piccole come la nostra ingombro del corpo macchina, tubi e serbatoio.
Quale riscaldatore a gasolio abbiamo scelto?
In commercio si trovano riscaldatori a buon mercato apparentemente uguali a prodotti di brand più conosciuti. In una prima fase, attratti dal basso costo di questi prodotti abbiamo cercato informazioni e seppur le caratteristiche fossero interessantissime, il problema principale di molti è l’assenza delle certificazioni CE e ISO. Aspetto a nostro avviso fondamentale per l’installazione a bordo. Vagliando alternative meno costose rispetto ai brand di riferimento come Webasto, Eberspacher e Wallas, ci siamo imbattuti nel sito della Planar, un riscaldatore di fascia intermedia, più economico rispetto ai concorrenti, ed in possesso delle certificazioni ISO e CE.
Su questo sito è possibile trovare l’elenco dei prodotti con le rispettive schede tecniche ed una interessante sezione e-commerce dove sono presenti sia i corpi macchina che tutti i ricambi. La facilità di reperire i ricambi e la rapidità di risposta della casa madre ad alcuni chiarimenti ci hanno convinto a procedere con l’acquisto del più piccolo della gamma ovvero il Planar 2d-12 marine consigliato per barche fino a 9 metri. Completato l’ordine e il pagamento a mezzo paypal, nell’arco di una settimana, lo spedizioniere ci ha consegnato il pacco, ben imballato e protetto, comprensivo di tutta la manualistica necessaria all’installazione.
Ora viene il bello… come abbiamo proceduto all’installazione?
Prima dell’acquisto abbiamo fatto una attenta analisi degli spazi e dei gavoni che avrebbero ospitato i componenti del riscaldatore Planar 2D-12 e uno schema mentale della posizione di tutti i componenti che rispettasse le indicazioni del produttore. Sono infatti molteplici gli aspetti che si devono tenere in considerazione prima di poter procedere al montaggio.
Sulla nostra Etap24i l’impianto e tutti i componenti verranno installati a dritta, nel gavone di poppa dove si trova la batteria AGM da 80 ampere a cui l’impianto di riscaldamento sarà collegato.
Terminata l’analisi degli spazi, abbiamo reperito la ferramenta necessaria per procedere all’installazione, tra gli utensili più importanti:
- trapano a 220v con varie punte
- avvitatore elettrico
- punta a tazza adeguatamente dimensionata per il foro dello scarico di coperta e per il passaggio dei tubi del condotto dell’aria riscaldata. Nel nostro caso una 60mm (varia a seconda del modello acquistato)
- pasta per alte temperature (farà da sigillante impedendo ai fumi di combustione di fuoriuscire nel gavone). Questo tipo di pasta sigillante è facilmente reperibile nei negozi di auto (pasta per marmitte), oppure nei Brico tra gli scaffali riservati ai sigillanti per i tubi di scarico delle stufe
- chiavi inglesi fino alla misura 14
- viti e bulloni inox con relative rondelle
- seghetto da ferro a mano
- pinze per connettori elettrici
- guaine per isolare i tubi di portata dell’aria, ne troverete di varie misure nei reparti di termoidraulica dei negozi di bricolage
- guaine isolanti ad alta resistenza al calore per l’isolamento termico dell’impianto di scarico
Iniziamo fissando il corpo macchina, lo posizioniamo in una zona libera da impedimenti cercando di immaginarci il percorso che faranno i tubi e i componenti. La posizione del riscaldatore deve impedire che i tubi facciano curve strette. Il produttore consiglia di fissare il corpo macchina seguendo l’asse prua-poppa (longitudinale). In questa fase è bene farsi aiutare, uno sorregge il corpo macchina mentre l’altro stende provvisoriamente i tubi.
Fissata la staffa, posizioniamo provvisoriamente il riscaldatore, assicurandolo con due bulloni evitando in questo modo che possa cadere.
Il passo successivo è individuare il punto dove posizionare il passascavo dello scarico dei fumi impedendo così che questi entrino in cabina o che siano ri-aspirati attraverso l’ingresso dell’aria di combustione. In fase di installazione è importante ricordare che il passascafo deve essere posizionato più basso rispetto al corpo macchina.
Individuata la zona di installazione del passascafo, che ricordo è preferibile sia il più vicino possibile al bruciatore, abbiamo creato una dima per valutare gli ingombri interni ed esterni. In questo modo è possibile verificare che il posizionamento dei tubi sia abbastanza distante da cavi e oggetti che con il calore possano danneggiarsi. Terminata la fase di valutazione, prima di proseguire, abbiamo preferito testare il diametro della tazza su un asse di legno e successivamente eseguire il foro sullo specchio di poppa.
CONSIGLIO: Fate il foro dove alloggerete lo scarico del vostro impianto, leggermente più grosso del necessario. In questo modo la dilatazione del terminale non rovinerà o creperà la vetroresina.
Posizionato lo scarico, abbiamo isolato la vetroresina con pasta ad alte temperature (in realtà lo scarico è già provvisto di un controtelaio che dissipa il calore trasmesso allo scafo ed è presente una guarnizione in gomma che isola ulteriormente la vetroresina circostante ed impedisce all’acqua ed agenti atmosferici di penetrare all’interno del foro).
Ora posizioniamo la marmitta. Questo componente sarà soggetto ad elevate temperature, quindi consideriamo dello spazio aggiuntivo per poterla avvolgerla con del materiale isolante. Ultimata la fase di fissaggio è il momento di prendere le misure per collegare il tubo flessibile allo scarico. Per tranquillità , nonostante il passascafo sia dotato di una curva che impedisce l’ingresso dell’acqua, abbiamo fatto fare al tubo di scarico un collo d’oca molto pronunciato per impedire che l’acqua riesca a risalire il tubo ristagnando all’interno della marmitta e causando danni all’impianto.
Ora è il momento di installare la pompa del gasolio. Il posizionamento di quest’ultima non può essere fatto casualmente, dobbiamo rispettare le indicazioni fornite dal costruttore. Le cose importanti di cui tenere conto sono l’inclinazione della pompa che deve essere tra + e – il 5% e la lunghezza del condotto carburante: tra il serbatoio e la pompa non può essere più lungo di 100 cm; tra la pompa e il corpo macchina non più di 400 cm.
La pompa sarà collegata, oltre che al serbatoio del gasolio tramite il codotto del carburante, al corpo macchina il quale fornirà corrente tramite il cavo di alimentazione. Nel comporre i tubi di portata del gasolio, abbiamo cercato di fare un lavoro meticoloso e pulito, evitando tratti inutili e tagliando il tubo in plastica, abbiamo fatto molta attenzione che non ci fossero residui di sporcizia all’interno del tubo stesso.
Il serbatoio è la parte che ci farà perdere più tempo. Avendo un motore a benzina abbiamo dovuto studiare dove posizionare il serbatoio aggiuntivo e soprattutto quale tipo utilizzare (l’avremmo fatto comunque anche se avessimo avuto una barca a gasolio, sia per la facilità di pulizia del serbatoio stesso, che per poter dotare la barca di una linea di alimentazione secondaria in caso di necessità).
Il serbatoio da 7,5 litri alto e stretto acquistabile sul sito non faceva al caso nostro, l’istallazione avrebbe comportato il forare le pareti in vetroresina del gavone. L’idea di modificare una normale tanica praticando un foro nella parte inferiore non piace e non ci fa stare tranquilli, poichè se in futuro dovesse esserci qualche perdita, il gasolio si riverserebbe completamente nel gavone. Dopo notti insonni abbiamo avuto l’illuminazione, modificare uno dei serbatoi dei motori fuoribordo che si trovano in commercio. Risultato?
Questo serbatoio da 12 litri è facilmente stivabile, smontabile e si pulisce facilmente, inoltre è dotato di tappo con l’indicatore del combustibile residuo, ma cosa fondamentale per noi, ci ha premesso di praticare il foro in alto installando la sonda di prelievo del carburante, scongiurando così possibili perdite.
Abbiamo poi portato in cabina i cavi del regolatore di potenza del riscaldatore e della sonda di temperatura ambiente. La sonda di temperatura è un optional che ci consente di avere una temperatura costante, regolando automaticamente la potenza del riscaldatore. Il sensore spegne il riscaldamento appena la temperatura nello spazio riscaldato supera di 5°C quella impostata sul pannello di controllo oppure accende il riscaldamento appena la temperatura nello spazio riscaldato scende di 5°C sotto quella impostata.
Il lavoro è quasi terminato, si tratta di portare il tubo di portata dell’aria calda verso la cabina, nel nostro caso, essendo una barca molto piccola abbiamo scelto di utilizzare una sola bocchetta e di conseguenza è stato un gioco da ragazzi.
Quando prevedete l’installazione delle bocchette, ricordatevi di acquistarne almeno una dotata di alette fisse non richiudibili. Tappare o ostruire per errore l’unica bocchetta presente nel vostro circuito potrebbe danneggiare irrimediabilmente il riscaldatore. Molto importante è inoltre coibentare i tubi di portata dell’aria calda, questo vi farà risparmiare combustibile, avendo meno dispersione termica.
Nel nostro caso per l’isolamento termico, abbiamo usato del tubo flessibile rigido per scarichi delle caldaie, all’interno del quale abbiamo inserito il tubo di portata, avvolto con della lana di vetro. Questo sistema rende il tutto ben coibentato, proteggendolo al contempo dagli oggetti sparsi nel gavone anche a barca sbandata.
Ora che tutti i tubi sono disposti correttamente, provvediamo a isolare quelli di scarico (i più caldi) con dei materiali ignifughi che isolino dalle alte temperature. Noi ci siamo organizzati con delle bende da alte temperature per scarichi da moto e fogli di lana di vetro. Prese tutte le misure abbiamo iniziato a isolare e fissare i tubi di scarico dei fumi, interponendo tra i vari componenti il silicone ad alte temperature. Questo silicone è di fondamentale importanza per sigillare lo scarico evitando così che i gas combusti possano disperdersi nei gavoni e di conseguenza all’interno della barca.
Il tubo di portata dell’aria che andrà bruciata, per intenderci, quello che sembra un corrugato elettrico nero, l’abbiamo collegato affianco ad una presa d’aria.
Ed ora l’elettrico
Iniziamo collegando i connettori elettrici della pompa del gasolio, si tratta di due innesti, successivamente dobbiamo collegare i cavi di alimentazione del nostro Planar alla batteria della barca. Attenzione che collegare il riscaldatore ad uno staccabatterie è altamente sconsigliato dal produttore. Infatti il riscaldatore alla fine di ogni utilizzo effettua automaticamente un ciclo di pulizia. Se erroneamente, durante il ciclo di pulizia staccassimo le batterie, potremmo danneggiare il sistema. Essendo pignoli e non volendo avere nulla sotto tensione, quando non siamo in barca, al termine del ciclo di pulizia, provvediamo a staccare manualmente i due fusibili posti tra il corpo macchina e la batteria
La prima accensione…
Premuto il tasto di accensione, il corpo macchina inizia a lavorare e con lui anche la pompa, producendo il famoso tack tack che temevo fosse fastidioso, ed invece aiuta a capire velocemente se l’impianto è in funzione. Il primo avvio, come immaginato darà esito negativo, ma è normale dato che prima la pompa del gasolio deve riempire tutto il circuito. Riproviamo subito dopo e al secondo tentativo i risultati sono diversi, il riscaldatore inizia a bruciare gasolio e dallo scarico si vedono i primi segnali di fumo. Nel giro di uno o due minuti l’aria immessa in cabina inizia a scaldarsi per arrivare ad essere bella calda dopo 3 minuti. La prima sensazione è di un forte odore di cartone bruciato, la cosa non ci preoccupa considerando che abbiamo letto online che tutti i riscaldatori a gasolio alle prime accensioni hanno lo stesso problema. A distanza di mesi, dall’installazione posso affermare che in 10 utilizzi non vi è più traccia di odori strani.
Ma quanto scaldano i tubi di scarico?
Questi sono i dati rilevati con termometro laser progettato per rilevare le temperature delle superfici. La prova è avvenuta il 1° Novembre con una temperatura esterna di 8° e con il riscaldatore acceso appositamente per il test da circa 20 minuti settato a metà potenza.
- Aria riscaldata in uscita verso cabina: 35°
- Tubo di portata dell’aria riscaldata: 40°
- Tubo di scarico, tratto da riscaldatore a marmitta (coibentato): 84°
- Temperatura marmitta (coibentata): 60°
- Tubo da marmitta a passascafo (coibentato): 54°
- Passascafo (lato esterno) corona esterna: 15°
- Passascafo (lato esterno) corona interna: 70°
- Temperatura gas combusti: 110°
In definitiva? Facciamo un riassunto
Qualche consiglio per mantenere l’impianto efficiente:
- Durante le navigazioni impegnative e quando non usi il riscaldatore, trova un tappo di gomma o costruisci un piccolo cuneo di legno per sigillare il foro di scarico del passascafo, può capitare (ed è capitato quest’anno) che qualche onda più importante delle altre allaghi lo scarico. Fortunatamente abbiamo fatto un buon lavoro e posizionato un collo d’oca pronunciato, ma lo sappiamo, prevenire è meglio che curare
- In estate o quando l’impianto di riscaldamento non è utilizzato spesso, ricordati di accenderlo almeno una volta al mese facendo funzionare per qualche minuto la pompa del gasolio, questo eviterà che possa bloccarsi
- Ogni tanto metti il tuo riscaldatore al massimo e tienilo così per una decina di minuti, questa pratica consentirà al bruciatore con il calore di rimuovere residui di sporcizia dalla camera di combustione.
E ora possiamo goderci l’inverno a bordo della nostra barca! Buon riscaldamento a tutti!!!!
TOPPPPPPPP
Grazie mille Isaac, troppo gentile, sono contento che l’articolo sia stato d’aiuto e non vedo l’ora di vedere installato (e provare) il Planar2D sulla tua splendida barca!!!! :))
Complimenti per l’ottimo lavoro, ragazzi. Articolo molto chiaro e dettagliato…quasi quasi ci provo!
Ciao Federico, ti ringrazio moltissimo per i complimenti. Conoscendo le tue capacità sono certo che riuscirai ad installare senza problemi questo riscaldatore a gasolio sulla bellissima Cormorana! Buon vento!!!
Grazie mille per la chiarissima descrizione ma volevo farti una domanda importante. Io vorrei istallare un riscaldatore nelle mia barca. Non si tratta di una barca a vela ma bensì un motoscafo cabinato di 40 piedi. Il tragitto che dovrebbe fare il tubo di uscita dell’aria riscaldata sar°à all’incirca di 5 metri, volendo io istallare il riscaldatore a poppa nel vano motore e riscaldare la zona sottocoperta.
Secondo te la lunghezza del tubo di 5 metri potrebbe essere un problema?
Grazie in anticipo.
Lele
Ciao Lele, ti ringrazio. Per quanto riguarda la tua domanda, ho provato a controllare le schede tecniche reperibili online e non ho trovato specifiche dettagliate sulla lunghezza massima del tubo di portata dell’aria calda. Trovi indicazioni sulle lunghezze massime dei tubi di portata del gasolio e dei fumi esausti ma nulla sui tubi di portata. Pensa che il tubo di portata dell’aria sulla nostra barchetta è di due metri quindi penso che se la prima bocchetta la posizionerai a 5 metri a mi avviso vedrai che non ci saranno problemi, tuttavia se posso consigliarti, io mi toglierei il dubbio contattando direttamente la casa madre o via mail o al telefono. Puoi cliccare QUI per andare direttamente sul sito del produttore nella sezione contatti, scrivi pure in Italiano, quando ho avuto bisogno io li ho contattati e mi hanno risposto in tempi rapidissimi. Un consiglio pratico che posso darti è di investire qualche soldo nella coibentazione del tubo di portata dell’aria, più lungo lo fai più dispersione termica avrai, quindi se proprio, investi qualche soldo nell’acquisto di tubi già coibentati oppure in sistemi alternativi come abbiamo fatto noi per non disperdere il calore. Se cerchi tubi riscaldati, ti consiglio di guardare su SVB marine nella sezione “Tubi aria calda e accessori”. Ti auguro buon vento e resto in attesa di qualche foto della installazione. A presto Filippo
Grazie mille Filippo. Mi .documenterò bene e sicuramente ti invierò qualche immagine del mio lavoro.
Tanti saluti e buon mare anche a te. A me il vento da solo fastidio e alla .mia barca serve ben poco!!
Grazie, molto utile, ho già ordinato il tutto per montarlo sulla barca a vela di un amico.
Grazie a te per il complimento. Aspetto le foto dell’installazione!!! 🙂 Buon vento Filippo
Bellissima descrizione, bravi!!! bel lavoro. complimenti.
Grazie per aver condiviso il tutto.
Ciao, grazie mille troppo gentile, fa piacere che questo articolo possa essere utile. 🙂 grazie a te per essere approdato sul nostro piccolo blog. Buon vento Elena e Filippo
Ciao Filippo, complimenti per l’articolo, molto chiaro ed esaustivo. Solo una domanda: perché l’aspirazione dell’aria (da riscaldare) non l’hai fatta interna?
Ciao Francesco, ti ringrazio per i complimenti. L’aspirazione dell’aria da riscaldare abbiamo preferito prenderla dall’esterno per scongiurare eventuali rischi di mettere in circolo dell’aria “viziata”. In secondo luogo ci piaceva l’idea che l’aria che veniva immessa in cabina (essendo la barca piccola) fosse presa direttamente dall’esterno.
Calcola comunque che il tubo di presa dell’aria da riscaldare è sempre all’interno di un gavone, ma è fissato appena sopra alla grata di aerazione.
Grazie per aver condiviso.
Chiaro e preciso: complimenti!
Ciao Filippo, bell’articolo, anche a me è stato utile per montare un eberspacher D2 sulla cellula.
L’esperienza che vorrei condividere con tutti voi riguarda la coibentazione della marmitta.
Ho provato con lo stesso tipologia della tua mostrata nella foto (quella di nastro di fibra di vetro verde per intenderci, avvolta sopra alla calza bianca).
Purtroppo questa fibra fa molto fumo all’inizio, e anche dopo averla scaldata parecchio ne fa comunque un poco. Nessun problema se sei all’aperto ma se sei al chiuso lo diventa.
Dopo vari tentativi la miglior soluzione che ho trovato è stato avvolgere il tutto con un foglio di fibra ceramica (quella bianca, usare minimo 2 cm di spessore), avvolgere la fibra ceramica con una pellicola di alluminio di grosso spessore (per non disperdere le fibre nell’aria) e chiudere il tutto con dei legacci di acciaio.
Con questa soluzione ho risolto il problema sia di coibentazione che di odore dovuto ai fumi del nastro.
Buon viaggio a tutti i vagamondo, sia di terra che mare 😊
Bravissimi! Bel lavoro preciso e pulito!
Io sono su un Morgan 41 e sto patendo i primi freddi dell’inverno spagnolo. Mi sono quindi deciso ad installare un bel riscaldatore a diesel invece di armeggiare con stufe e stufette (che oltre a tutto mangiano elettricita’ come pane) e sto cercando di capire alcune cose. Per la conformazione della barca lo scarico dovra’ essere parecchio lungo non avendo gavoni e dovendo per forza installare in sala macchine (che e’ la parte piu’ bassa di tutta la barca…la pancia praticamente) e dovra’ risalire dal basso verso l’alto. Ho parecchi dubbi in merito e non vorrei trovarmi a meta’ dell’opera e non riuscire a portarla termine con relativo spreco di soldi e materiali. Fatemi gli auguri che ne ho bisogno nonostante la buona manualita’!!
Ciao Marco, hai fatto una ottima scelta e vedrai che non te ne pentirai! Per la lunghezza del tubo di scarico credo dipenda molto dalla dimensione del corpo macchina che hai scelto per il riscaldatore. Hai provato a vedere online le caratteristiche tecniche del corpo macchina? Ti facciamo comunque un grosso in bocca al lupo e ti ringraziamo per essere approdato qui. Ps. Da che parte della Spagna sei con la tua bellissima barca?
Ciao Filippo, il tuo articolo sul riscaldamento è veramente utile, grazie. Ho una domanda, c’è qualche motivo particolare per cui comprarlo a circa 600euro sul sito cieco che suggerisci anziché comprarlo a 100euro da Vevor? Anche i prodotti credo siano uguali? È questione di marchio CE? Grazie.
Ciao Cosimo,
Ti ringrazio moltissimo. Io ho preferito acquistarlo con marchiatura CE sul sito ufficiale della Planar, onestamente non conosco il Vevor, ma se ha la marchiatura CE penso possa essere una valida alternativa. Forse proverei a controllare le certificazioni. A presto. Filippo